Uno studio eseguito in Cina ha valutato la relazione fra la presenza di diabete di tipo 2 da una parte e, dall’altra, i danni ai nervi del sistema nervoso periferico e le disfunzioni del sistema nervoso centrale. I risultati hanno dimostrato che chi ha neuropatie periferiche ha una probabilità maggiore di presentare anche alterazioni delle funzioni cognitive e che l’individuazione di alterazioni dell’olfatto permette una diagnosi precoce di tali disfunzioni.
Tra le patologie che si presentano più spesso nelle persone con diabete di tipo 2 di lunga durata ci sono i danni a carico delle strutture del sistema nervoso periferico. Secondo Ni e colleghi, però, pochi studi hanno valutato la relazione fra le neuropatie periferiche provocate dal diabete e le alterazioni delle funzioni cognitive.
La riduzione della capacità di percepire gli odori è stata anch’essa posta in relazione con malattie neurodegenerative e diabete, ma non sono state analizzate eventuali associazioni tra quest’ultima malattia, le alterazioni delle funzioni cognitive e l’olfatto in chi ha neuropatie periferiche. La definizione di eventuali relazioni tra queste condizioni è stata oggetto dello studio di Ni e colleghi.
Persone con diabete di tipo 2 e soggetti di controllo sono stati sottoposti a valutazioni della conduzione degli stimoli lungo i nervi e delle funzioni cognitive, a esami dell’olfatto e a una risonanza magnetica funzionale eseguita durante la percezione di odori. Quest’ultima prova era mirata a definire se e come gli stimoli costituiti dagli odori attivavano i centri specifici del sistema nervoso centrale. I soggetti diabetici sono stati divisi in due gruppi: quelli con neuropatia periferica e quelli che non avevano questa patologia.
Le aree del cervello che hanno mostrato diverse attivazioni nei suddetti due gruppi sono state selezionate per analisi specifiche denominate analisi di connettività funzionale. Per dimostrare eventuali relazioni fra i parametri delle funzioni cognitive, quelli dell’olfatto e quelli delle neuropatie è stato impiegato un metodo definito modello di equazione strutturale.
La ricerca ha arruolato 100 soggetti, 36 volontari sani, 36 diabetici senza neuropatia e 28 diabetici con neuropatia e i tre gruppi erano bilanciati per età, sesso e livello culturale.
Rispetto al gruppo senza neuropatie periferiche, quello che aveva tali patologie ha presentato punteggi peggiori delle scale di valutazione della memoria e della velocità di elaborazione mentale e ha mostrato una minore capacità di identificare gli odori, una ridotta attivazione del lobo frontale destro del cervello e una riduzione della funzionalità connettiva in un’area dello stesso, denominata insula destra.
La velocità di conduzione degli stimoli lungo i nervi dei pazienti con diabete di tipo 2 è risultata correlata con l’efficienza delle funzioni cognitive. Infine, l’associazione fra velocità di conduzione e funzione esecutiva era mediata dall’efficienza dell’olfatto.
Nelle conclusioni gli autori hanno evidenziato che le persone con diabete e neuropatia periferica hanno mostrato un’efficienza delle funzioni cognitive peggiore di quella dei diabetici senza neuropatia periferica, in particolare per le funzioni di memoria e di velocità di elaborazione. Inoltre, hanno segnalato che le prove dell’olfatto possono essere indicative delle alterazioni delle funzioni cognitive.