Il diabete di tipo 1, una malattia autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle cellule che producono insulina, registra ogni anno in Italia 5 mila nuovi casi. Se l’insorgenza della malattia avviene al di sotto dei 10 anni, è associata a complicanze renali e cardiovascolari, che accorciano l’aspettativa di vita.

Non capita spesso di incontrare un genetista di fama internazionale per poter affrontare importanti riflessioni, perché no, anche sul diabete. Rolf Marschalek, tedesco di Germania, non perde occasione per trascorrere le sue vacanze in sardegna, a Calasetta dove ha acquistato una casa a pochi passi da mare. E’uno scienziato di fama internazionale che ha identificato una mutazione delle leucemie acute causate dalla traslocazione (spostamento) del gene MLL, situato sul crimosoma 11, in altri cromosomi, che causa un tipo di leucemia molto aggressiva. Le sue ricerche hanno fatto in modo che questo tipo di leucemia fosse identificata più facilmente. Gestisce un centro diagnostico operativo in tutto il mondo, chiamato "DCAL"; oggi impegnato per creare un farmaco capace di curare la leucemia linfatica acuta. 

In Italia il consumo giornaliero di sale è quasi il doppio rispetto a quello raccomandato dalle linee guida della Società Europea di Cardiologia: in media 9,5 grammi al giorno rispetto ai 5 grammi consigliati.  “Ma basta anche un solo grammo di sale in meno al giorno, rispetto ai circa 10 grammi consumati in media dagli italiani, per trarre grandi benefici e salvaguardare la salute del cuore”.

Lo scompenso cardiaco non è più inarrestabile: definite dalle Linee Guida internazionali “Capaci di cambiare la storia naturale della malattia”, le glifozine (o SGLT-2), nate come antidiabetici, si confermano farmaci rivoluzionari e rappresentano la più recente innovazione terapeutica per lo scompenso cardiaco, in grado di ridurre mortalità e ricoveri in tutti i pazienti, indipendentemente dalla gravità della malattia.

A conclusione di una importante ricerca, gli scienziati hanno dimostrato che l’elevato livello del fattore NBL1 circolante (neuroblastoma suppressor of tumorigenicity) sono fortemente associati con il rischio della perdita della funzionalità renale precoce nei pazienti con diabete. 

Le persone affette da diabete che si ammalano di Covid-19 sono maggiormente esposti al rischio di long Covid rispetto ai non diabetici. E’ quanto emerge dai risultati di una revisione di sette studi presentata sotto forma di poster al congresso dell'American Diabetes Association (ADA) 2022. La relatrice Jessica Harding della Emory University di Atlanta, Georgia, ha affermato che “Il diabete rimane un fattore di rischio per il Covid-19 grave, ma non è chiaro se sia un fattore di rischio per le sequele post-acute della malattia (PASC, postacute sequelae of Covid), note anche come long Covid”.